Rendicontare la sostenibilità rappresenta un tassello fondamentale di una qualunque strategia di comunicazione in ambito ESG. Per le fondazioni, per le destinazioni e per le imprese è di fondamentale importanza nel processo di costruzione della brand identity: la divulgazione di dati e informazioni puntuali, accurate e comparabili sulle politiche e le performance in questo ambito – pur in assenza di obblighi normativi specifici – costituisce infatti un elemento sempre più rilevante nella scelta dei consumatori, dei mercati e di tutti gli stakeholder.
Ben oltre l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità – che considera la rilevanza finanziaria degli aspetti di sostenibilità in termini di risk management e di contributo alla generazione di valore economico e finanziario – l’impegno a perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite garantisce benefici indiscutibili, soprattutto in termini di posizionamento. Ma non solo.
Rendicontazione di sostenibilità e standard GRI, il punto di riferimento globale
Secondo l’analisi sulle Dichiarazioni Non Finanziarie (Dnf) italiane condotta da Deloitte e Università di Pavia, oltre due terzi delle imprese che redigono un documento di sostenibilità adottano i GRI Standard (Global Reporting Initiative) come unico framework o in combinazione con altri.
I GRI Standard rappresentano infatti un riferimento mondiale per la rendicontazione di sostenibilità, in virtù della capacità di rendicontare gli impatti secondo i criteri ESG e – conseguentemente – di “fotografare” il contributo (positivo o negativo) in termini di sviluppo sostenibile. Nel concreto, offrono un’ampia reportistica su una vasta gamma di impatti economici, ambientali e sociali, declinate in tre serie di standard:
- standard universali GRI, che riguardano tutte le organizzazioni;
- standard di settore GRI, applicabili a comparti mirati;
- standard specifici GRI, che elencano le informative pertinenti a un particolare tema.
15 KPI che non possono mancare
A livello operativo, ecco i principali KPI suddivisi per ambito che vanno occorre prendere in considerazione in una rendicontazione di sostenibilità anche “a misura” di PMI.
1. KPI legati all’impatto ambientale
- Impatto ambientale. Misura i consumi di energia, acqua e materie prime;
- Emissioni Scope 1 e 2. Rendicontazione delle emissioni Scope 1 e 2 conformemente al GHG Protocol;
- Emissioni Scope 3 (supply chain). Monitoraggio di conformità delle emissioni Scope 3 al GHG Protocol.
- Gestione della catena di fornitura. Criteri e parametri ambientali e sociali nella selezione e monitoraggio dei fornitori.
2. KPI legati all’impatto sociale
- Supporto alle comunità locali. Include il partenariato con organizzazioni non profit del territorio di riferimento, le donazioni e le attività di volontariato aziendale.
- Responsabilità sui prodotti. Consiste principalmente in certificazioni di sicurezza e qualità mirate.
- Diritti umani. Si tratta di procedure formalizzate in accordo con i Guiding Principles on Business and Human Rights delle Nazioni Unite.
3. KPI a livello di governance
- Management. Fondamentale procedere qui con l’identificazione di una figura o un team responsabile per i temi ESG in azienda.
- Risorse umane. Qui si sottendono tutte quelle politiche a sostegno della genitorialità e di remunerazione coerenti con il raggiungimento dei target ESG.
- Diversity&Inclusion. Consiste nella predisposizione di percorsi a supporto del genere meno rappresentato.
4. KPI a livello di risk management, compliance e strategia
- Mappatura dei rischi ESG rilevanti. È un elemento chiave per identificare le aree a maggior rischio e adottare di conseguenza misure preventive.
- Presenza di un codice etico, del modello di organizzazione e controllo 231 e/o di procedure in materia di anticorruzione. Si tratta di tre tasselli che dimostrano l’impegno dell’azienda nel condurre le proprie attività in modo responsabile, promuovendo integrità ed equità.
- Integrazione nella strategia aziendale degli SDGs (Sustainable Development Goals). È ideale integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibili promossi dalle Nazioni Unite all’interno del proprio piano strategico di sostenibilità.
Rendicontazione di sostenibilità: il ruolo di turismica
turismica offre un’assistenza tecnica su misura, con competenze specifiche in grado di affiancare le organizzazioni e le destinazioni in tutte le fasi progettuali, al fine di giungere alla redazione di un documento finale coerente con gli standard internazionalmente riconosciuti. Il percorso di analisi e formazione prevede generalmente 3 fasi:
- assessment e materialità: dopo un’analisi di contesto, si genera una mappa del posizionamento dell’organizzazione o della destinazione in termini di strategie ESG, individuando le possibili aree di miglioramento;
- formazione del personale / delle componenti della destinazione: attivazione di un percorso formativo per il personale dell’organizzazione coinvolto nei processi / oppure attivazione di un processo partecipativo dei portatori di interesse della catena del valore e dei residenti nella destinazione;
- redazione del documento di sostenibilità: rendicontazione finale, da realizzare sulla base di uno specifico cruscotto di indicatori che valutano le performance ESG.
Il documento contribuisce in misura determinante a comunicare in modo esauriente gli impatti ambientali, sociali ed economici dell’organizzazione / della destinazione a tutti gli stakeholder, interni ed esterni, offrendo loro un’informativa completa e trasparente di dati che non sono presenti nel classico bilancio di esercizio.