Record storico per la DOP Economy italiana

Il XXI Rapporto Ismea-Qualivita rivela un notevole successo per l’economia delle Denominazioni di Origine Protetta (DOP) e delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) italiane: in un contesto economico segnato da sfide energetiche e climatiche, il settore ha superato la soglia dei 20 miliardi di euro di valore alla produzione, registrando un aumento del 6,4% su base annua, con un contributo al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano assolutamente significativo, il 20%.

Il comparto alimentare ha segnato un notevole successo, sfiorando i 9 miliardi di euro con una crescita del 9%, mentre il settore vitivinicolo ha superato gli 11 miliardi di euro, con un incremento del 5%. Questi risultati, sebbene in parte condizionati dall’andamento inflattivo, evidenziano la solidità della DOP Economy nazionale. Un sistema organizzato, composto da 296 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura e oltre 195.000 imprese nelle filiere alimentari e vinicole.

Il rapporto rivela anche una stima dettagliata dei rapporti di lavoro, con 580.000 unità nella fase agricola e 310.000 nella fase di trasformazione. La Direttrice Generale di ISMEA, Maria Chiara Zaganelli, sottolinea che questi 20 miliardi di valore sono distribuiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, con una crescita su 18 regioni su 20 per il secondo anno consecutivo. Il 100% delle province è coinvolto nel circuito delle DOP Economy, riflettendo il valore delle filiere non delocalizzabili come patrimonio collettivo diffuso.

Zaganelli, in occasione della presentazione del rapporto ISMEA, ha messo in luce anche l’interessante connessione tra le Indicazioni Geografiche e il settore dell’agriturismo italiano. Il 32% delle 25.000 aziende agrituristiche italiane è parte del circuito delle IG, evidenziando il ruolo cruciale del marchio comunitario nella valorizzazione economica del territorio, persino nelle zone più fragili e a rischio spopolamento.

Una novità introdotta in questa edizione del rapporto riguarda l’impatto sull’occupazione delle filiere IG. Complessivamente, sono 890.000 i contratti di lavoro che gravitano attorno a questo settore, dalla fase agricola a quella di trasformazione. Questa stima, ottenuta attraverso l’incrocio di diverse banche dati, sottolinea come la Dop Economy non sia solo una fonte di valore economico, ma rappresenti anche un pilastro sociale grazie al suo forte legame con il territorio.

In conclusione, il XXI Rapporto Ismea-Qualivita del 2023 conferma il successo della DOP Economy italiana, non solo come motore economico, ma anche come elemento cruciale nella preservazione delle identità territoriali e nella creazione di opportunità occupazionali diffuse su tutto il paese.

[Tratto da un contributo della Redazione di Mangimi & Alimenti)

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