Latina in finale come capitale della cultura 2026 è già un ottimo risultato. Anzitutto tra tantissime città candidate, anche molto “titolate”, c’è anche Latina. Ed erano davvero in pochi a crederci. Oggi, 3 marzo, l’esame finale dinanzi alla Commissione nominata dal Ministero della Cultura.
I più erano pessimisti, ma evidentemente il progetto ha convinto non pochi al Ministero. “Lapalissianamente”, se non ci fosse stata questa candidatura, non saremmo arrivati nemmeno in finale e nessuno avrebbe scritto e parlato della nostra città non ancora centenaria. Un clamore che giova. Orbene, arrivare a questo punto è stata una scommessa su cui si è puntato, con entusiasmo, passione e coraggio.
C’è stato un grande coinvolgimento di tantissimi cittadini, istituzioni, associazioni, partner privati. Del resto la candidatura ha avuto il sostegno di personalità come La direttrice della Sapienza, del presidente della Regione Rocca e di Gerardo Stefanelli e il presidente della Provincia. La stesura del dossier “Latina Bonum Facere” e l’apertura del CantiereLatina26 ha coinvolto tutti i consiglieri comunali e ha consentito di fare squadra senza colori politici. Non si poteva non cogliere questa opportunità e quello che sta accadendo è già un risultato.
Latina Bonum Facere
Tutti hanno lavorato ma l’architetto Daniela Cavallo, associata SIMTUR che ha coordinato la redazione di un dossier capace di “rigenerare” le unicità di Latina, rivelandosi funzionale ai fini del concorso, è stata forse la chiave di volta.
«E’ questo il momento di puntare più in alto, alzare l’asticella, stringere le fila, restare uniti e puntare a fare il meglio che sia possibile raggiungere – ha spiegato Daniela – Bisognerà accogliere al meglio le persone che vorranno venire a visitare questa città-territorio che va dai monti al mare, riuscendo ad essere all’altezza dell’immaginario collettivo che ora si va costruendo. È una nuova sfida, ma non ci tireremo indietro».
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