È richiesta una risposta politica rapida e decisa ai fenomeni dell’overtourism, con una visione a lungo termine che metta al centro la sostenibilità e la qualità della vita. La questione non è più solo economica o culturale, ma tocca le radici stesse del vivere civile.
L’overtourism, ovvero il turismo eccessivo, è diventato un problema crescente per molte destinazioni in tutto il mondo, evidenziato con particolare gravità in luoghi incantevoli e storicamente significativi come la Costiera Amalfitana, dove il fenomeno sta assumendo i contorni di una vera e propria crisi che vede la politica locale incapace di dare risposte alle esigenze del territorio. Dopo aver documentato il caos di ieri, 26 aprile 2024, dove la Statale Amalfitana è collassata sotto il peso di ingorghi interminabili, anche oggi siamo testimoni di un’altra giornata da bollino nero che testimonia la fragilità di tutto il comprensorio, da Vietri a Positano.
Situazioni di paralisi di questo tipo non sono sicuramente una novità ma è indubbio che siano sempre più frequenti e spinge i politici locali e i residenti a una riflessione coraggiosa sulla reale capacità ricettiva di un lembo di terra fragile e angusto.
La scena di auto bloccate in fila e turisti che affollano pontili e centri storici trasforma luoghi da sogno in veri e propri incubi per i turisti stanziali e per i residenti. Questi ultimi si ritrovano prigionieri nelle proprie case, incapaci di affrontare serenamente la quotidianità a causa delle orde di visitatori che, pur portando prosperità economica, minano la qualità della vita locale e l’integrità culturale e ambientale delle destinazioni.
La foto dell’ambulanza scortata dai Carabinieri, scattata mentre veniva redatto questo articolo, è emblematica della situazione. Così come il video al pontile di imbarco di Amalfi e le persone in fila fino in piazza Flavio Gioia.
La richiesta di scelte politiche coraggiose e strategie innovative
I politici locali si trovano davanti a un bivio cruciale: da una parte c’è la pressione economica per sostenere il turismo come motore di crescita, dall’altra c’è la necessità impellente di preservare l’identità e la vivibilità delle città. La soluzione non è semplice e richiede una riflessione coraggiosa e strategie innovative.
Alcuni esempi di misure che si stanno cercando di implementare includono la limitazione del numero di visitatori tramite sistemi di prenotazione o ticket d’ingresso, l’introduzione di tasse turistiche mirate al finanziamento di infrastrutture e servizi locali, e la promozione di forme di turismo sostenibile. Tuttavia, la sfida maggiore rimane quella di equilibrare l’accoglienza turistica con la preservazione delle risorse locali, in un contesto di crescente sensibilizzazione globale verso la sostenibilità.
Inoltre, c’è un crescente dibattito su come il digitale possa aiutare a gestire il flusso di turisti, ad esempio tramite app che indicano la congestione in tempo reale o che incentivano la visita a luoghi meno noti. Queste tecnologie possono contribuire a distribuire più equamente il carico turistico, ma richiedono un’adozione capillare e un cambio di mentalità sia nei turisti che nei residenti.
(contributo tratto dal sito Il Vescovado)