«Tornatevene a casa»: città europee contro il turismo

Milioni di turisti visitano ogni anno le capitale d’Europa e le sue destinazioni più popolari, ma ora gli abitanti iniziano a dire basta! Soffocati da disagi, disservizi e altri fenomeni di degrado, i residenti dei quartieri più affollati oppongono resistenza come possono…

Le località spagnole protagoniste del dissenso

Gli abitanti di Malaga sono frustrati dal crescente afflusso di turisti e ora esprimono i loro sentimenti senza mezzi termini. Il centro della città spagnola è invaso da un’ondata di adesivi, affissi sui muri e sulle porte: “questa era la mia casa” (antes esta era mi casa) e “questo era il centro della città” (antes esto era el centro) fino a “torna a casa” (a tu puta casa) e… “puzza di turista” (apestando a turista)!

turismo di massa

Perché gli abitanti di Malaga sono così arrabbiati con i turisti?

La città sulla Costa del Sol è stata a lungo una destinazione popolare per i visitatori, grazie al suo clima soleggiato e al costo della vita relativamente basso. Tuttavia, di recente, è diventata una meta ancora più ambita da vacanzieri e nomadi digitali.

Molti abitanti del luogo ne hanno semplicemente abbastanza.
Dani Drunko gestisce un bar molto frequentato a Malaga, il Drunkorama. Ha dato vita all’iniziativa degli adesivi, facendo stampare e affiggere in giro per la città le frasi anti turistiche preferite dai clienti del bar.

Parlando con il quotidiano locale Diario Sur, Drunko ha spiegato di aver iniziato la campagna dopo essere stato apparentemente “cacciato” dalla casa in cui aveva vissuto per un decennio. Ha affermato che il padrone di casa si è rifiutato di negoziare l’affitto o addirittura di vendergli la proprietà. Il motivo? Volevano affittarla a breve termine per i turisti: «C’è molto clamore perché la gente del posto è stanca della situazione; io ho solo suggerito l’idea dei tormentoni, ho offerto la scintilla, e ora altri si sono aggiunti».
«Il centro di Malaga è in declino da molto tempo, tanto che se per esempio si rompe qualcosa nel mio bar, non ho un ferramenta a disposizione per comprare qualcosa, dato che il turista che viene non ha bisogno di comprare viti», ha aggiunto.

Il politico locale Dani Pérez è intervenuto su X – ex Twitter – per aggiungere la sua voce al crescente malcontento: «Camminando per le strade di Malaga è praticamente impossibile trovare un edificio residenziale che non abbia una cassetta di sicurezza (per gli affitti turistici)», ha scritto, accusando poi il sindaco della città, Paco de la Torre, di «non muovere un dito per gli abitanti di Malaga».

Cosa rende Malaga così popolare tra i visitatori stranieri?

La Costa del Sol spagnola, dove si trova Malaga, è da anni molto popolare tra i turisti. Nel 2023 è stato raggiunto il record di 14 milioni di turisti spagnoli e stranieri, e un buon numero di visitatori ha deciso di fare della città la propria casa. Dati recenti dell’Istituto nazionale di statistica spagnolo (INE) mostrano che otto nuovi residenti su 10 che si trasferiscono a Malaga sono attualmente stranieri.

Ma non sono solo gli individui a cambiare il volto della città. Circa 630 aziende tecnologiche, tra cui Google, hanno aperto uffici a Malaga, trasformandola in una quasi Silicon Valley d’Europa. Questo ha avuto l’effetto di attirare migliaia di lavoratori internazionali a distanza e nomadi digitali, attratti dalla combinazione inebriante di un ambiente di lavoro piacevole e di un clima caldo.

Quali altre destinazioni europee si sono ribellate all’overtourism?

All’inizio di marzo, le Isole Canarie – un territorio della Spagna – hanno visto comparire dei graffiti che intimavano ai turisti di “tornare a casa”. Grazie al sole e al clima caldo tutto l’anno, le Canarie sono una destinazione sempre popolare per i visitatori stranieri e il turismo è considerato la principale fonte di guadagno del gruppo di isole.

Una delle isole più popolari, Tenerife, ha recentemente dichiarato un’emergenza idrica. Questo ha aggiunto ulteriore benzina al fuoco per gli abitanti del luogo, poiché alcune aree turistiche utilizzano fino a sei volte più acqua delle aree residenziali, mettendo sotto pressione le riserve fondamentali per l’acqua potabile e l’agricoltura.

A febbraio, nella vicina Gran Canaria sono stati affissi muri con il messaggio «Turisti e nomadi digitali tornatevene a casa», come riporta il quotidiano Canarian Weekly, che ha parlato di turismofobia“.

Nell’isola balearica di Maiorca, lo scorso agosto, i residenti hanno affisso cartelli falsi lungo alcune spiagge, con la scritta: «attenzione alle meduse pericolose» e «attenzione, rocce che cadono».

Tutti scritti in inglese, i cartelli riportavano anche, in caratteri più piccoli, spiegazioni in catalano che informavano i locali che gli avvertimenti non erano reali. Il testo recitava invece: «il problema non è la caduta di massi, è il turismo di massa» e «spiaggia aperta tranne che per gli stranieri (guiris) e le meduse».

L’eccesso di turismo non è però un problema solo dei territori spagnoli. Molte nazioni europee hanno introdotto tasse sul turismo, tra cui Venezia, che ha anche vietato alle navi da crociera di entrare nel suo sistema di canali in pericolo. Ad Amsterdam, le autorità e gli abitanti del luogo hanno cercato per mesi di incoraggiare i turisti ubriachi – per lo più britannici – a stare alla larga e a Kyoto, in Giappone, le strade sono state chiuse per garantire che la città non diventi un “parco a tema”.

Altre destinazioni turistiche di alto livello stanno pregando la gente di non visitarle, poiché molte non hanno le infrastrutture necessarie per accoglierle. Le Hawaii sono sulla lista dei desideri di molti, ma continuano a lottare con la carenza di lavoratori nel settore dell’ospitalità, strade congestionate e tempi di attesa nei ristoranti di 90 minuti, mentre i turisti continuano ad arrivare in massa.

Anche se il problema sembra essere globale, è la Spagna a guidare la lotta di base. L’anno scorso, a Barcellona, alcuni graffiti recitavano: «Sputiamo nella vostra birra. Salute!». Eppure i turisti continuano ad affollarla…

(Tratto da un contributo di Saskia O’Donoghue per EuroNews)

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