Draghi: “La transizione ecologica è esistenziale per l’Italia. L’impossibile diventerà possibile”

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Per Draghi la transizione ecologica “richiederà trasformazioni radicali, nelle tecnologie, nelle abitudini di consumo, e per aver successo dovrà essere sostenibile anche dal punto di vista sociale ed economico” e lo Stato “avrà un ruolo centrale nella gestione di questi cambiamenti, facendo in modo che i rischi si trasformino in crescita“. E ha ricordato l’importanza di un evento così partecipato: “Questa occasione, di per sé per il modo in cui è stata strutturata, è molto importante, un esempio da seguire. Una collaborazione tra tutte le parti che sono toccate da un evento. È molto importante che per sfide essenziali per l’Italia e il futuro tutti trovino il modo di andare d’accordo“.

Per promuovere una crescita davvero equa e sostenibile per il premier c’è bisogno di un buon sistema di relazioni industriali. “C’è bisogno di cooperazione costante tra industria, istituzioni, sindacati. Questo confronto deve allargarsi al mondo della scuola, dell’università e della formazione. Per aiutare i lavoratori di oggi e quelli di domani. Il manifesto di oggi è un ottimo esempio di come gestire questa collaborazione“. E si è complimentato per il lavoro svolto: “Avete dialogato in modo schietto, pragmatico, inclusivo. Avete valorizzato il lavoro di atenei ed enti di ricerca, che sono motori di sviluppo e innovazione. E avete così tracciato un percorso condiviso, che può essere un modello anche per altri settori“.

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In una visione più globale, il premier si rivolge all’Unione europea: “L’Europa vuole guidare la transizione verde, ma non può affrontarla da sola perché è responsabile di appena l’8% delle emissioni globali – la metà degli Stati Uniti e circa un quarto della Cina“. “La velocità con cui i Paesi raggiungeranno la neutralità climatica – ha aggiunto – non sarà la stessa per tutti. Deve tenere conto del contesto industriale e dello stadio di sviluppo. È però importante che il punto di partenza sia lo stesso – e che sia oggi“. Il premier ha inoltre ricordato l’importanza per tutti i Paesi di tener fede agli impegni presi durante il G20 e la Cop26: “Per essere efficace, la lotta al cambiamento climatico ha bisogno del contributo di tutti“, ha ricordato.

Durante l’evento è stato presentato un manifesto di sviluppo messo a punto da Confindustria energia e le organizzazioni sindacali (Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil e Flaei-Cisl), con il supporto del ministero della Transizione ecologica che esorta alla decarbonizzazione, a compensare i costi e favorire l’occupazione. Proposte concrete, condivise e partecipate in un manifesto in 10 punti per una transizione giusta e sostenibile che raggiunga tutti gli obiettivi del Fit for 55 (il nuovo pacchetto climatico dell’Unione Europea), senza perdere di vista gli aspetti sociali ed economici.

Il primo punto chiede di promuovere tutte le possibili soluzioni che, utilizzando strumenti e approcci dell’ecologia industriali dimostrano le rispettive potenzialità di decarbonizzazione, adottando una tassonomia inclusiva e tecnologicamente neutra. Poi spinge a traguardare una transizione equa e giusta, garantendo strumenti e risorse di compensazione dei costi della per consumatori e imprese. Ma anche sostenere una transizione “labour oriented” per il mantenimento e lo sviluppo dei livelli occupazionali. Tra gli altri punti: valorizzare le relazioni industriali e welfare, potenziando le politiche passive di protezione del reddito e valorizzando le politiche attive del lavoro attraverso l’istituzione di un fondo speciale pubblico per la transizione; ma anche garantire processi autorizzativi snelli, favorire l’economia circolare, sostenere investimenti in ricerca e sviluppo e rimodulare la fiscalità.

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